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Senza fretta ma senza sosta

di Sara Guerra

Chi è Sara Guerra?

Responsabile HR – Sirio Srl (settore metalmeccanico, VR). Custode e promotrice della cultura organizzativa, ho accompagnato la crescita della nostra azienda con visione e presenza. Oggi, come Coach e CHO, abbraccio un ruolo evolutivo: coltivare benessere, impatto positivo e coerenza tra valori e azioni.

Com’è cambiata la visione del lavoro e delle organizzazioni grazie alla certificazione CHO?

La certificazione CHO ha confermato e rafforzato la mia visione: il benessere collettivo si costruisce con intenzionalità, ascolto, pratiche coerenti e una leadership generativa.

Ho imparato che servono strumenti concreti per rendere la felicità organizzativa un fatto sistemico.

In questo percorso ho riscoperto il mio perché: aiutare le persone a stare bene nei luoghi di lavoro, con uno sguardo ampio e allo stesso tempo radicato nel quotidiano.

Terminata la certificazione, qual è stato il focus del tuo primo miglio?

Il mio focus è stato quello di rinforzare la visione comune e i valori aziendali, promuovendo una trasformazione culturale positiva e integrata.

Abbiamo avviato un processo di ascolto diffuso, con un questionario annuale rivolto a tutta la popolazione aziendale e una survey più mirata ai ruoli di prima linea, centrata sulla leadership positiva.

Dall’analisi dei dati è emerso un profilo organizzativo prevalentemente “Orange” (secondo il modello di F. Laloux), con spinte verso un mindset “Green”, specialmente nei team che lavorano sull’evoluzione personale e sulla qualità delle relazioni.

Raccontaci le azioni realizzate da gennaio 2025 ad oggi

  • Ridefinizione dell’organico: lettura dei bisogni emersi nei reparti, inserimento di nuove figure e comunicazione organizzativa condivisa.
  • Onboarding strutturato, con processi chiari, momenti formativi, coinvolgimento dei reparti, welcome kit e monitoraggio dei primi 3 mesi.
  • Distribuzione del 20% degli utili ai lavoratori, con condivisione trasparente del piano di welfare.
  • Presenza mirata su LinkedIn, per raccontare la cultura dell’organizzazione e amplificare il nostro impatto positivo.
  • Supporto a progetti territoriali, per rinsaldare il legame con la comunità e generare valore anche fuori dall’impresa.

Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato?

La sfida più grande è stata restare costante nel tempo, mantenendo la rotta anche nei momenti complessi.
Ho compreso che il benessere non si progetta una volta per tutte: si coltiva ogni giorno, con cura.
Per farlo ho attivato rituali di leadership positiva, iniziando da me stessa: esercizi di gratitudine, pause consapevoli, tempo per osservare.

A livello organizzativo, la sfida è stata il selling interno. Ho imparato ad ascoltare ancora meglio, a “parlare la lingua dell’operativo”, a partecipare alle riunioni tecniche per capire esigenze, tempi e priorità.
Questo ha generato fiducia e ingaggio spontaneo: ho visto persone che si fermavano oltre l’orario per correggere una non conformità, non perché fosse richiesto, ma perché sentivano che era giusto così.

Sono consapevole che il rinforzo della propria identità e dei propri valori d’impresa possa portare alcuni collaboratori a non sentirsi allineati e a scegliere altre realtà aziendali. Questa è una conseguenza che avevo contemplato e che abbiamo vissuto in questi mesi, ma che ha creato spazio per una nuova leadership, più autentica e generativa.

Cosa immagini per il prossimo futuro?

Il mio prossimo passo riguarda i Team Leader: sono loro i portatori della cultura nel quotidiano.
Stiamo progettando un percorso per rafforzare la loro consapevolezza, responsabilità e capacità di ingaggio.

Credo che il CHO sia una figura viva, che evolve con l’organizzazione e con la persona che la incarna.

Credo in un’organizzazione in cui il benessere non sia un progetto, ma un modo condiviso di lavorare, di relazionarsi e di lasciare un segno.