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Challenge Happy at Work in RED e non solo!

di Monica Bianco | HR MANAGER – Red Software Systems S.r.l.

Chi è Monica Bianco?

Sono Monica Bianco, HR MANAGER di Red Software Systems S.r.l.

Com’è cambiata la visione del lavoro e delle organizzazioni grazie alla certificazione in CHO?

Consapevolezza che è possibile creare contesti lavorativi in cui positività e benessere siano valori centrali per far fiorire tutte le persone che fanno parte dell’azienda e ottenere risultati sopra le aspettative.

Terminata la certificazione, qual è stato il focus del tuo primo miglio?

Coinvolgere il management sui contenuti della certificazione e condividere con loro il piano del percorso da attuare insieme.

Quali sono state le prime azioni concrete e le iniziative che hai implementato?

Prima azione: presentazione del Master e del ruolo del CHO a tutti i colleghi (management, staff e tecnici).

Dovrebbe seguire la Happiness survey che ho già creato ed è pronta ad essere inviata (legata a questa azione ci sarebbe poi l’analisi dei dati e la condivisione con l’azienda).

In saletta break è stato attaccato dal mese di Agosto il calendario delle Happiness Action da fare ogni giorno e ogni mese.

In questo periodo di emergenza COVID, sicuramente tante azioni non è stato possibili attuarle quindi abbiamo aumentato i momenti di aggregazione virtuale (happy team), review mensili individuali, coffee break.

Abbiamo creato il manuale del comportamento (pratiche 21days) presente in ogni stanza dell’ufficio.

E’ stato infine implementato nel processo di selezione il coinvolgimento dei colleghi tecnici per valutare i candidati che potenzialmente potrebbero entrare a far parte del team.

Quali sono state le principali difficoltà o gli ostacoli che hai incontrato e come li hai superati?

Le principali difficoltà sono innanzitutto legate al contesto informatico e agli haters che considerano questo tipo di approccio fuffoso, cercando di denigrarlo il più possibile. Per quanto riguarda invece il contesto organizzato in cui lavoro, le difficoltà sono state sicuramente legate al concetto di più NOI e meno IO, superati ogni giorno con i feedback, il lavoro in team, la condivisione, il mentoring…

Difficoltà anche nella comunicazione e nei comportamenti di gentilezza e gratitudine nei momenti di criticità e nervosismo ma poi recuperati con ragionevolezza e consapevolezza a cambiare.

Quali sono gli effetti positivi, le lezioni apprese o i primi risultati che hai già rilevato?

Gli effetti positivi sicuramente sono dati dal fatto che le persone si sentono molto più coinvolte di prima, sentono di ricevere più attenzione e più ascolto.

Quali sono i prossimi passi?

Consolidare sempre di più il valore e la cultura del feedback (positivo e soprattutto negativo) e instaurare la celebrazione del fallimento.

Formazione mirata/coaching per aumentare i gap tra soft e hard skills.

Cosa vorresti raccontarci tra un anno?

Tra un anno vorrei avere instaurato e consolidato un modello culturale positivo per la nostra azienda ma anche per il settore IT ostico a certi approcci e valori.

Vedere il continuo impegno nel rendere coerenti e allineati i nostri comportamenti, linguaggi e azioni in un unico e coeso obiettivo.

Creare sempre più energia positiva per guidare e ispirare tutte le persone che compongono l’azienda.

Cosa diresti ai tuoi colleghi per convincerli che vale la pena investire sul benessere delle persone e che ha senso iniziare a costruire organizzazioni positive?

Li convincerei del fatto che, al di là delle teorie, stare bene tra le persone nella vita personale e professionale, aiuta ad aumentare la motivazione, il credo aziendale e il benessere fisico e mentale.

Insomma da consigliare a tutti quelli che abbiano a cuore la positività e la sostenibilità nell’ambito delle organizzazioni, lavorative e non.