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Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli.

di Samia Parise| Risorse Umane, formazione e sviluppo | AIL SA

Chi è Samia Parise?

Mi occupo di Risorse Umane, formazione e sviluppo in AIL SA, Azienda multiservizio di pubblica utilità innovativa, leader in Ticino e capace di generare durevolmente valore per i clienti, il territorio, i collaboratori e gli azionisti. Sono specialista in Marketing, formatrice per adulti e CHO, soprattutto mamma di Julie splendida ragazza di 10 anni.

Finalmente a 40 anni ho capito cosa fare da grande!

Com’è cambiata la visione del lavoro e delle organizzazioni grazie alla certificazione in CHO?

Se prima era solo un sogno, con questa certificazione ho capito che tutto ciò che mi frullava in testa si può concretizzare in maniera ottimale e strutturata. Qua in Ticino è una nuova realtà non ancora conosciuta, ma sono certa che a breve avremo modo di sviluppare e implementare la scienza della felicità, partendo dalla nostra azienda.

Terminata la certificazione, qual è stato il focus del tuo primo miglio?

Sono partita da me: ho lavorato molto su me stessa, con formazioni specifiche e acquisendo maggiore consapevolezza. Una volta consolidato questo aspetto mi sono esposta all’interno della mia azienda con l’obiettivo principale di portare a bordo il management per creare un allineamento forte, che permettesse poi di trasferirlo a tutta l’azienda in maniera strutturata.

Se le basi sono solide è possibile realizzare tanto e bene

Com’è nato il prototipo?

Il primo passo del progetto è stato un workshop con la Direzione per valutare lo stato di salute dell’azienda. Due giornate intense vissute in presenza, per condividere e analizzare insieme, in modo trasparente e partecipato, gli aspetti principali dello stadio evolutivo della nostra realtà.

La Direzione ha quindi iniziato a lavorare insieme su un progetto che mira a definire nuovi principi di leadership, basata sulle quattro intelligenze (emotiva, connettiva, organizzativa e valorizzativa), da applicare in tutta l’Azienda, affiancati da un gruppo di consulenti esterni e facilitatori aziendali.

Nello specifico, i nostri Direttori e Vicedirettori si sono cimentati nella definizione di nuove pratiche che favoriscono il coinvolgimento, la condivisione e la collaborazione in Azienda, strutturando un modello che considera i bisogni, la complessità e la ricchezza di tutti le collaboratrici e i collaboratori dell’Azienda.

Il passo successivo è stato l’implementazione di un processo di gruppo strutturato; da qui è partita una fase di sperimentazione della durata di 3 mesi.

I prossimi passi saranno quelli di passare al middle management e poi a cascata a tutta l’azienda.

In occasione della giornata mondiale della felicità, inoltre, ho cominciato con una serie di pubblicazioni settimanali sulla intranet aziendale che introducessero al significato di CHO e cosa consiste avere un CHO in azienda, così che tutti in azienda potessero comprendere a cosa si riferisce la scienza della felicità e capire a fondo scopo e azioni del cambiamento.

Quali sono state le principali difficoltà o gli ostacoli che hai incontrato?

Portare questi argomenti, ancora nuovi per alcuni, è una bella sfida da
affrontare.

Quando si parla di felicità i commenti della gente che ancora non sa, sono serviti su un piatto d’argento.

La cosa fondamentale è credere in ciò che si fa; umiltà, credibilità e consapevolezza devono fare parte dell’approccio per implementare questa trasformazione.

Su quali forze hai potuto o puoi contare per realizzare il prototipo?

Certamente il coinvolgimento del top management e l’accoglienza da parte del CdA hanno rappresentato un elemento chiave del successo.

Quali sono gli effetti positivi, le lezioni apprese, i primi risultati che hai già rilevato?

È stato fondamentale l’ingaggio e l’approvazione della Direzione. Questo mi ha permesso di ritrovare un senso profondo nel mio ruolo e in quel che faccio e di avere una connessione ancor più profonda con l’azienda e con i colleghi, oltre che ottenere una crescita personale importante.

Vedo il tutto con una visione più ampia per poter contribuire al cambiamento e alla trasformazione per la mia azienda.

Cosa immagini per il prossimo futuro?

Il mio desiderio e la mia ambizione è che tutti possano accogliere ciò che di buono la scienza della felicità può offrire, sia nell’ambito lavorativo che in quello personale.

La sfida è ancora aperta, ma sono pronta per portare in questo sogno più persone possibili e insieme farlo diventare realtà