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Dalla competizione alla cooperazione. Siamo cablati per la socialità

Il capitale sociale è una delle dimensioni su cui poggia la scienza della Felicità. Siamo cablati per la socialità e, a dispetto di quanto la società continui a proporci come immaginario culturale, noi come specie ci siamo evoluti perché abbiamo imparato (come molte altre specie) a collaborare.

E’ sulla scia di tutto ciò che la scienza oggi ci mette a disposizione, che vorrei condividere questo breve estratto dell’ultimo libro di Shawn Achor, uno dei padri della Scienza della Felicità e mio grande ispiratore. Buona lettura!

Il Miracolo delle Mangrovie 

Il Professor Hugh Smith stava scrutando un isolotto di mangrovie quando, all’improvviso, l’intera chioma dell’agglomerato brillò come se un lampo fosse scaturito dalla vegetazione invece di colpire dall’alto. E poi tutto si fece buio. Poco dopo, come spesso accade, il lampo apparve di nuovo. L’agglomerato di piante brillò ancora e poi tutto tornò buio un’altra volta in tre secondi. In un unico attimo al limite dell’incredibile, tutti gli isolotti di mangrovie lungo la sponda del fiume brillarono inaspettatamente all’unisono. Ogni singola pianta su un unico lato del fiume per una lunghezza di 300 metri emetteva un bagliore e si spegneva esattamente nello stesso momento

Il Professore si rese conto che le piante non stavano effettivamente brillando; piuttosto, erano coperte da un numero impressionante di lucciole bioluminescenti che si illuminavano tutte nello stesso identico istante. Quando tornò a casa, scrisse per una rivista scientifica un articolo sulla scoperta delle lucciole sincrone. Sembrava troppo bello per essere vero, un racconto uscito da un meraviglioso libro di fiabe.

I colleghi biologi denigrarono la storia, sostenendo che fosse solo frutto della sua fantasia. Perché mai le lucciole maschio avrebbero brillato all’unisono, riducendo in questo modo le probabilità di distinguersi agli occhi di potenziali compagne? 

I matematici erano ugualmente scettici. Come poteva il caos in Natura generare l’ordine senza un leader a dirigere il tutto?

Gli entomologi, infine, si chiedevano come milioni di lucciole potessero vederne altrettante per creare lo stesso identico schema, data la visibilità limitata nelle foreste di mangrovie.

La storia sembrava, quindi, fisicamente, matematicamente e biologicamente impossibile. Eppure, non lo era. 

Adesso, grazie alla Scienza moderna, sappiamo anche come e perché. Di fatto, sembra che questo misterioso comportamento abbia per le lucciole uno scopo evolutivo. In un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, i ricercatori Andrew Moiseff e Jonathan Copeland hanno illustrato la loro scoperta. 

Quando le lucciole brillano in modo casuale, la probabilità che una femmina risponda a un maschio nei profondi e bui recessi di una foresta di mangrovie è del 3%; ma quando le lucciole brillano insieme, la possibilità di risposta delle femmine è dell’82%. No, non si tratta di un errore di battitura. Le probabilità di successo aumentano di 79 punti percentuali quando le lucciole brillano come un’unica comunità interconnessa invece che come singoli individui.

La società insegna che è meglio essere l’unica fonte luminosa in una foresta buia piuttosto che vivere in una foresta di fonti luminose. Dopotutto, non è così che pensiamo al successo nelle nostre scuole e aziende?

Vogliamo laurearci con il massimo dei voti superando tutti i nostri compagni di corso, vogliamo ottenere un lavoro nell’azienda migliore sul mercato e vogliamo essere scelti per collaborare al progetto più ambito. Desideriamo che nostro figlio sia il più intelligente della classe, il più popolare tra i suoi amici, il più veloce della squadra.

Quando le risorse – che si tratti dell’accettazione da parte dell’università più prestigiosa, di un colloquio con un’azienda di punta o di un posto nel miglior team – sono limitate, ci viene insegnato che dobbiamo competere con l’obiettivo di differenziarci dal resto del gruppo. 

Eppure, i miei studi dimostrano che non è così che dovrebbe funzionare.

I ricercatori delle lucciole hanno scoperto che quando questi piccoli insetti riescono a sincronizzare i loro battiti cardiaci con sorprendente precisione (al millisecondo!), ciò permette loro di distanziarsi gli uni dagli altri in modo perfetto, eliminando il bisogno di competizione. Allo stesso modo, quando noi aiutiamo gli altri a migliorarsi, possiamo di fatto aumentare le opportunità disponibili invece di rivaleggiare per coglierle. Proprio come accade alle lucciole, una volta che impariamo a coordinarci con chi ci circonda e a collaborare, iniziamo tutti a brillare di più, sia come singoli individui che come parte di un ecosistema.

Ma fermiamoci un attimo a pensare. Come fanno le lucciole, concretamente? Come riescono a coordinare il lampeggiamento delle loro luci in modo così perfetto, soprattutto date le loro capacità visive limitate e la ridotta visibilità dell’ambiente? 

I ricercatori Renato Mirollo e Steven Strogatz del Boston College e del MIT hanno dichiarato nel Journal of Applied Mathematics che, sorprendentemente, le lucciole non devono vedersi tutte per dare vita a un’azione coordinata; finché non ci sono gruppi di lucciole completamente fuori dalla vista di un qualsiasi altro gruppo di lucciole, questi insetti sono in grado di sincronizzare i rispettivi ritmi. In altre parole, sono sufficienti pochi nodi per trasformare l’intero sistema.  

La nostra nuova comprensione dei “sistemi positivi” ci insegna che la stessa cosa è valida anche per gli esseri umani. Come scoprirete in questo libro, diventando un “nodo positivo” nell’ambiente di lavoro, in azienda o all’interno della comunità e aiutando chi ci circonda a migliorare la propria creatività e produttività e le proprie abilità e performance, non solo stiamo aiutando il gruppo a rafforzarsi e crescere, stiamo anche facendo aumentare in modo esponenziale il nostro stesso potenziale di successo.

Questa storia affascinante ha un ultimo dettaglio importante da sottolineare. I biologi che hanno esplorato le giungle del Sud-Est Asiatico ora sanno che lo scintillio emanato dalle mangrovie può essere visto a chilometri di distanza. Ciò significa che è ancora più facile per altre lucciole trovare la strada verso la luce. Pertanto, più il bagliore è luminoso, più sono numerosi i nuovi membri che si uniscono al gruppo e che contribuiscono con la loro luce.

E questo vale per le lucciole così come per gli esseri umani: più aiutiamo gli altri a trovare la loro luce, più brilleremo tutti.*

“Aiutati che Dio ti aiuta” mi sentivo ripetere da piccola, oggi penso che Dio sia solo l’abbreviazione della parola amore e che la scienza ci stia aiutando a spiegare perchè. A riappropriarci della saggezza che abbiamo sepolto sotto strati di ego e inutili separazioni per fiorire come persone e specie.

Veru

Se vuoi approfondire guarda il TEDx di Veruscka Gennari

* Tratto da Shawn Achor – Big Potential, Cap 1 La forza delle connessioni nascoste, Ed Scuola di Palo Alto